INDIA - VISITA AMBASCIATORE

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VISITA AMBASCIATORE DELL’INDIA S.E. ANIL WADHWA CONFINDUSTRIA LECCE

10 MARZO 2017 H. 11.30

Nell’ambito degli appuntamenti istituzionali sul territorio, in occasione della visita informale in Puglia, l’ambasciatore dell’India, sua eccellenza Anil Wadhwa, con una delegazione guidata da Giuseppe Pace, presidente dell’Istituto per la Cooperazione con i Paesi Esteri, incontrerà venerdì 10 marzo alle ore 11.30 presso la sede sociale il presidente di Confindustria Lecce Giancarlo Negro, i vice presidenti e i presidenti delle diverse Sezioni.

L’incontro verterà principalmente sulle opportunità d'investimento, cercando di individuare comparti di interesse reciproco, prodotti e realtà di possibile appeal.  Nell’ambito delle iniziative, si programmerà la visita di una delegazione commerciale indiana in collaborazione con la Regione Puglia e l’organizzazione di un evento per favorire il matching tra tour operator locali e la direzione dell’Ufficio Turismo indiano con sede a Milano. Tra il Salento e l’India ci sono inoltre possibilità di collaborazione  nel settore dell'istruzione, con riferimento a borse di studio, relazioni con Università o Istituti Scientifici.

“E’ per le nostre imprese – afferma il presidente Giancarlo Negro – un’occasione importante per cominciare ad approfondire la conoscenza di un Paese in via di sviluppo che, considerati i ritmi di crescita, potrà diventare una rilevante potenza economica. L’obiettivo è quello di creare occasioni di business per le imprese locali. La concorrenza internazionale, oggi più che mai, impone al territorio di aprirsi ai mercati esteri, per cercare di portare la qualità e l’eccellenza dei prodotti del made in Italy nel mondo e, d’altro canto, per contribuire a produrre sviluppo e trasferire know-how e tecnologie”.


TURISMO DALL' INDIA, PUGLIA APPEAL IMPORTANTE

 

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La Puglia e l'India sempre più vicine, attraverso un ponte ideale. Tante le opportunità che si sono delineate nel corso di un incontro che si è tenuto nel pomeriggio nella sede del Politecnico di Bari al quale hanno partecipato tour operators indiani e esperti del settore turismo pugliesi.

"Fino alla scorsa settimana - ha detto il presidente della Sezione Turismo di Confindustria Bari e Bat, Massimo Salomone - non credevamo che l'India conoscesse la Puglia. C'è stata la visita dell'ambasciatore dell'India in Italia, qui in Puglia. E' stata una visita - ha continuato - molto proficua. Sua eccellenza Wadhwa - ha sottolineato - ci aveva promesso che avrebbe organizzato una delegazione di tour operators indiani per venire a visitare la Puglia e in effetti dopo sette giorni li abbiamo ricevuti. C'è stata la volontà di portare tour operators - ha spiegato -  per mostrare le bellezze della nostra regione. C'è voluta la diplomazia per organizzare questo.  E' importante che un ambasciatore si sia innamorato della nostra regione. Quindi significa - ha concluso - che la nostra regione ha un appeal importante".

"Sappiamo che la Puglia è molto forte nel settore dell'industria come l'aerospazio, la trasformazione alimentare e le spedizioni e la logistica - ha detto Madan Mohan Sethi, primo segretario dell'Ambasciata di India a Roma. Attualmente - ha spiegato - il governo dell'india ha già degli accordi in questi primi settori, ma stiamo cercando anche di sviluppare il trasferimento tecnologico nel settore della trasformazione alimentare. Il Governo dell'India - ha concluso - sta anche cercando di rafforzare la cooperazione con la Puglia nel settore del turismo e culturale".

"Noi come Politecnico - ha detto la responsabile delle relazioni internazionali del Politecnico di Bari, Rosilda Sammarco  - siamo un ponte fra il mondo dell'industria e del commercio e il mondo del turismo e degli studenti. Gli indiani sono molto interessati agli investimenti nella nostra terra in vari settori:

agroalimentare, turismo, nanotecnologie, cyber security. Come Politecnico - ha continuato - non dobbiamo far altro che spingere la mobilità. Non soltanto dei nostri studenti in India ma soprattutto accogliere studenti dall'India per combinare le nostre competenze, le nostre capacità e aprire la mente dei nostri ragazzi. Questo - ha aggiunto - è un progetto multissetoriale".


L’ambasciatore dell’India, Anil Wadhwa, ha incontrato nei giorni scorsi una delegazione della Regione Puglia, nell’ambito degli appuntamenti istituzionali sul territorio pugliese, organizzati da Giuseppe Pace, Presidente dell’Istituto per la Cooperazione con i Paesi Esteri.

L’accoglienza dell'ospite d'oltre oceano è stata affidata ad Antonio Nunziante, Vice Presidente della Giunta Regionale, Bernardo Notarangelo, Responsabile del Coordinamento delle Politiche Internazionali e a Domenico Laforgia, Capo del Dipartimento Sviluppo Economico e Internazionalizzazione.

L’incontro è stato l’occasione per rinsaldare il rapporto di collaborazione e amicizia tra i due enti e per delineare future collaborazioni nel campo economico e produttivo al fine di porre solide basi per nuove opportunità di investimento, in specifici settori commerciali di interesse reciproco.

La Regione Puglia guarda con attenzione queste opportunità per creare occasioni di business e approfondire la conoscenza di un Paese in via di sviluppo che, con i ritmi di crescita attuali, è destinato a diventare una rilevante potenza economica.

 


 

Questa mattina il sindaco Antonio Decaro ha incontrato l’ambasciatore indiano Anil Wadhwa, in visita di cortesia a Palazzo di Città.

Questa è stata l’occasione per rinsaldare il rapporto di conoscenza e amicizia e per delineare eventuali collaborazioni nel campo economico e produttivo tra l’area metropolitana barese e l’India.

“Auspico che un Paese dalle straordinarie potenzialità come l’India – spiega Decaro – che negli ultimi anni si sta rivelando una grande protagonista sulla scena economica mondiale possa manifestare concretamente interesse per il nostro territorio, avviando sinergie su alcuni settori strategici per il nostro sviluppo”.

Il sindaco di Bari ha inoltre ricordato al rappresentante del governo indiano di come la comunità barese abbia vissuto con trepidante preoccupazione l’evoluzione della vicenda umana e professionale dei due fucilieri della Marina militare, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.


Intervista a S.E. Anil Wadhwa

Ambasciatore della Repubblica d'India in Italia

  Eccellenza, nel corso del suo primo anno in Italia lei è stato molto attivo nella promozione degli affari tra i nostri due Paesi. Potrebbe condividere con noi il suo parere sui settori più rilevanti, in cui potrebbero sorgere le migliori opportunità di business per le imprese italiane che desiderano lavorare con l'India?

amb-india.jpgDa quando sono arrivato a Roma in qualità di Ambasciatore nel marzo del 2016, sono stato subito consapevole del fatto che l'Italia continua ad essere un importante partner commerciale dell'India. Tuttavia, oggi l’Italia si attesta al 24 ° posto nel ranking del commercio bilaterale e delle relazioni economiche tra l’India e i paesi terzi. Entrambi i Paesi hanno goduto di un ottimo volume negli scambi per un certo numero di anni. Secondo l'ISTAT, nel 2016, il valore del commercio bilaterale è stato pari a 7,5 miliardi.
E' mia ferma convinzione che l'India e l'Italia abbiano economie complementari e che i nostri rapporti d’affari si possano e si debbano incrementare. Tenendo presente questo, io e la mia Ambasciata abbiamo cercato di promuovere sia il commercio che gli investimenti tra i due paesi, organizzando una serie di eventi a Roma, Milano, Bergamo, Napoli, Verona, Firenze, con il supporto di Confindustria e delle sue organizzazioni associate. 
Abbiamo identificato alcuni settori chiave come l'automobile e componenti auto, industria alimentare, tessile, energie rinnovabili, prodotti farmaceutici, biotecnologie, ingegneria, design; settori nei quali le aziende italiane hanno implementato la propria tecnologia e hanno investito in India; si tratta di settori considerati prioritati dal nostro Governo.

Alla maggior parte degli eventi organizzati dall’ Ambasciata hanno partecipato alti funzionari governativi provenienti da diversi ministeri in India, che hanno informato le aziende italiane sulla politica del governo indiano, nonchè società indiane interessate a sondare possibilità di partnership nella produzione e nel trasferimento di tecnologie.
Credo che le aziende italiane possano trovare in India enormi possibilità di sbocco in settori sui quali l’India ha annunciato il varo di importati progetti, sui quali potranno partecipare vari attori. I settori, in particolare, sono: automobilistico, componenti auto, bio-tecnologia, aviazione, agenti chimici, infrastrutture, elettronica ed elettrotecnica, industria alimentare, cuoio, media, energie rinnovabili, aerospazio, tessile, turismo, produzioni per la difesa, immobiliare. 

Oltre alle grandi occasioni offerte dai settori produttivi, pensa che ci potrebbero essere alcune specifiche opportunità in India, che non sono state evidenziate finora, a favore delle imprese italiane?

Le aziende italiane sono molto note per la loro capacità di innovazione e progettazione del prodotto. Sicuramente, ambiti operativi come quelli della trasformazione alimentare, tessile, cuoio, design, componenti auto, prodotti farmaceutici, biotecnologia, infrastrutture (stradali e autostradali, navali, portuali, aeroportuali), le energie rinnovabili, ingegneria, architettura, consulenza, tecnologie verdi, gestione dei rifiuti , ospitalità, gioielleria, marmo e pietre, arredamento e altre, sono aree in cui le aziende italiane avranno ampi vantaggi. Già più di 500 aziende italiane di diversi settori hanno una presenza in India. Le aziende italiane possono esplorare gli investimenti nei distretti dell’auto, dell’alimentare, della pelle, dell’energia solare, delle città intelligenti, del digitale, dell’e-commerce, del tessile, etc. C’è anche la possibilità di esplorare la possibilità di investimenti in diversi corridoi industriali annunciati dal governo indiano, tra cui quello Delhi- Mumbai.

Abbiamo sentito parlare di una vasta gamma di iniziative volte a trasformare l'India e la sua economia, come ad esempio "Make in India" o "Skill India". Queste nuove iniziative offrono opportunità per le imprese italiane per un sostegno o una spinta al loro sviluppo? 

Il governo indiano ha annunciato la politica di ‘Make in India’ nel settembre 2014. L’obiettivo era quello di attirare gli investimenti stranieri, finanziamenti e tecnologia in 25 settori chiave, per rendere l'India un vero e proprio centro di produzione. Questo annuncio politico è stato poi sostenuto da riforme fondamentali, perseguite dal governo, nel settore bancario, finanziario industriale per rendere più facile fare affari in India agli investitori stranieri.
Alcuni dei settori come la difesa, le ferrovie, le assicurazioni, le banche, i media, dove c'erano restrizioni agli investimenti esteri, sono stati aperti. 
Ora, nella maggior parte dei settori, vengono consentiti automaticamente gli investimenti. Le misure di riforma adottate a livello centrale hanno anche portato i diversi Stati indiani a cambiamenti nelle loro politiche, in modo da semplificare le norme e i regolamenti sugli investimenti in ambito locale. L’India avrà presto il ‘Goods&Tax Service’ (GST), che, una volta adottato dal 1 luglio 2017, farà dell’India un mercato unico e permetterà il trasferimento di merci e servizi, di Stato in Stato, senza più alcun ostacolo.

L'obiettivo di ‘Digital India’ era quello di fornire opportunità, per tutti i cittadini, di sfruttare le tecnologie digitali. L'iniziativa comprende piani per collegare le aree rurali con le reti internet ad alta velocità. L'iniziativa ha tre componenti principali: la creazione di infrastrutture digitali, la fornitura di servizi in digitale e lo sviluppo della cultura digitale. Allo stesso modo, la politica 'Skill India' mirava a formare 400 milioni di indiani in diverse competenze, a partire dal 2022. Paesi esteri, come il Regno Unito, sono entrati in collaborazione con l'India per sviluppare la collaborazione virtuale in ambito livello scolastico (sperimentazione del loro sistema scolastico). Il Giappone collaborerà alla creazione di sei centri di formazione che mirano alla formazione tecnico-professionale di 30.000 studenti. Germania e Singapore e altri paesi hanno anch’essi investito in questo settore. Dal canto suo, il Governo indiano istituirà 100 centri di sviluppo a carattere internazionale dove verranno condotti corsi avanzati in lingue straniere, per aiutare i giovani a prepararsi per i lavori all’estero. L'Italia può certamente contribuire, cooperando in tutte e tre le iniziative.

Cosa suggerirebbe ad un uomo d'affari italiano che tenta di entrare nel mercato indiano per la prima volta? Ci sono settori, opportunità e modalità che lei può suggerire per potersi organizzare al meglio per il primo approccio con la controparte? 

Vorrei sottolineare che, attualmente, l'India ha uno dei tassi di crescita più alti tra le principali economie del mondo e che continuerà ad avere una crescita più rapida della media nei prossimi anni. L'India possiede una ampia classe media, quantificabile in 400 milioni di persone, che guidano la domanda in ogni settore. Oltre il 50% della popolazione ha una età inferiore ai 25 anni, il che indica chiaramente una alta produttività, rispetto ad un potenziale stato di bisogno. Attualmente, il nostro Paese rappresenta la destinazione privilegiata, tra tutti i Paesi, degli investimenti esteri. Il costo di produzione medio di un prodotto in India è inferiore rispetto ad altri paesi, grazie al basso costo della manodopera qualificata e ad abbondanti risorse umane. Nella maggior parte dei settori e sotto-settori, l'India è in fase di crescita.

Ci sono pertanto, per le imprese italiane, prospettive per l’esportazione dei loro prodotti o per pianificare investimenti per la fabbricazione di prodotti a favore di un grande mercato interno. 
Posso suggerire alle imprese italiane di studiare il mercato, capire gli interlocutori locali e quelli stranieri già presenti e analizzare “vis à vis” i costi di produzione altrui. Essendo un mercato disomogeneo e sensibile ai prezzi, è più vantaggioso fabbricare il prodotto in India adattando alcune caratteristiche dei prodotti. Le storie di successo delle multinazionali che operano in India indicano che una certa percentuale dei loro prodotti finali ha dovuto essere customizzato nel contenuto, nel gusto o nel design. 

Ci sono poi Camere di Commercio, come la Confederazione dell’Industria Indiana (CII), la Federazione della Camera di Commercio e dell'Industria (FICCI) Indiana, ASSOCHAM e agenzie governative di promozione come ITPO, FIEO, EEPC e altri che una società italiana può contattare per conoscere di più il mercato o ricercare partner indiani. “Invest India” è emersa come un'entità affidabile, per il supporto, di cui si può fare buon uso.

Desidera raccontarci la sua esperienza in Italia, ad oggi, e quali sono i prossimi eventi che sta organizzando?

La mia esperienza in Italia è stata abbastanza soddisfacente e durante il mio mandato, l'Ambasciata è stata impegnata nell'organizzazione di molteplici attività in diverse grandi città d'Italia, non solo nel settore commerciale, ma anche nella cultura, istruzione e in ambito accademico, che hanno portato gli italiani maggiormente in contatto con l’India, le sue imprese e anche con la nostra Ambasciata. L'Ambasciata sta progettando di proseguire in questa direzione, quest'anno, organizzando una serie di eventi commerciali in diverse città industriali, come Bergamo, Genova, Verona, Torino, Venezia, Milano, Roma, Firenze, Bologna, e poi Napoli, Bari , Palermo del Sud Italia. Stiamo anche pensando di invitare Stati indiani, come Maharashtra, Gujarat e Tamil Nadu, Karnataka, Rajasthan, Bengala Occidentale ed altri a visitare l'Italia e avviare o mantenere viva la discussione con le aziende italiane, su investimenti e le attività nei loro Stati. 
A parte questo, l'Ambasciata ha anche in programma di organizzare un incontro importatori-esportatori. Faciliteremo le missioni imprenditoriali di aziende ed associazioni diverse, provenienti da diverse Regioni d'Italia, per visitare l'India partecipare ad eventi internazionali previsti dai diversi Ministeri centrali, come il Ministero per la trasformazione alimentare, il Ministero delle energie nuove e rinnovabili, dell'industria pesante, del turismo e della cultura e non solo.

C'è un messaggio che vorrebbe rivolgere alle nostre due comunità d'affari?

L'Italia è un partner naturale dell'India ed entrambi i Paesi hanno più somiglianze che differenze. L’India contemporanea è un’India diversa, che offre l'opportunità alle imprese italiane per espandere la propria attività e per impostare unità di produzione in India per la produzione di prodotti per il mercato mondiale.
L'attuale Governo sta continuando con le sue misure di riforma che saranno sempre più “business friendly”. Consiglio vivamente alle aziende italiane di esplorare le opportunità offerte dai diversi settori, discutere con i loro partner indiani di eventuali joint venture, che possono costituire la loro ulteriormente crescita del business in India. L’Ambasciata indiana a Roma e il Consolato indiano a Milano offrirà ogni forma di collaborazione a questo scopo.